La sapienza delle mani
Di Paolo Giansiracusa
É davvero difficile nel nostro tempo trovare chi sappia abbinare alla creatività artistica la sapienza del lavoro manuale. Ciò a causa della frattura culturale che ha avuto luogo alla fine della prima metà del Novecento. Frattura che, nelle regioni del Sud in particolare e nell’entroterra, ha interrotto quella tradizione di arti e mestieri che era elemento caratterizzante del fare artigianale.
Pochi maestri d’arte, con passione e grande sacrificio, hanno resistito all’ondata tempestosa che ha spazzato via il messaggio di saggezza e di esperienza proveniente dal passato. Tra questi un posto di primo piano merita Enzo Nieli, artista di antico linguaggio, portatore di un bagaglio di virtù e conoscenze a cui il tempo presente deve rispetto e attenzione. Nieli, con la stessa perizia di uno scultore del settecento, così come ha appreso direttamente dai suoi maestri di ebanisteria, i Costa di Palazzolo Acreide, intaglia essenze lignee di ogni tipo. Legni dolci, duttili alla sgorbia, legni duri, resistenti allo scarpello, sotto la sua energia creativa si trasformano in fogliame leggero, in festoni fioriti, in curve avvolgenti dal sapore baroccheggiante.
La conoscenza acquisita attraverso l’attenta osservazione dei manufatti antichi, nelle mani di Enzo Nieli si trasforma in virtuosismo tecnico e in sereno equilibrio espressivo.
Il campo di studio è il territorio ibleo e in particolare Palazzolo Acreide alla cui architettura barocca l’Unesco recentemente ha riconosciuto il valore di Patrimonio dell’Umanità.
Nieli indaga tra le pieghe delle colonne barocche, tra i chiaroscuri dei capitelli fantasiosi e delle mensole figurate. Cerca l’effetto plastico, il modellato capriccioso, l’esperienza bizzarra ... elementi che traduce e rimodula trasformandoli in un campiuonario dal carattere attuale dove l’antico fa da struttura compositiva su cui si inscrive il contemporaneo con il volto del tempo presente.
Quanto forte sia il suo desiderio di continuità con il passato e di attualizzazione dei valori antichi si evince anche dall’esperienza pittorica attraverso la quale affronta le techine della pittura gestuale, dell’action painting, del dripping ... senza mai abbandonare l’idea della forma compiuta.
Infatti, mentre le tecniche moderne tendono alla disgregazione dell’immagine, alla decontestualizzazione dei soggetti, egli ricompone, riconfigura, rimpagina, ogni elemento in un nuovo impianto cha ha alla radice la sua voglia di costruire espressioni comprensibili, tessute attraverso un linguaggio che muovendosi sulla pista dell’antico non trascura le esigenze della modernità. Ma dove il suo valore creativo appare più forte è nell’esperienza artigianale, nella scultura della pietra e del legno, ambito in cui la conoscenza degli antichi segreti viene utilizzata anche ai fini del restauro conservativo.
Artista a tutto campo può dunque definirsi Enzo Nieli. Artista-artigiano, come quei maestri delle botteghe del Quattrocento che non escludevano dal proprio fare operativo nessuna esperienza, anzi erano sempre affannosamente alla ricerca di nuove tecniche e di linee espressive originali. Tutto era possibile per gli artisti del passato, niente era escluso. La scultura e il restauro, la pittura e il decoro, non erano argomenti separati ma aspetti di un’unica espressione. Le competenze dell’artista spaziavano senza limiti; il suo sapere era il risultato di un lavoro condotto con passione, dando pari importanza agli aspetti creativi e a quelli esecutivi. L’attività legata al fare manuale non era messa in secondo piano poichè faceva parte a pieno titolo di tutto il progetto artistico. D’altra parte se il pensiero creativo, l’idea poetica, il sogno artistico ... non erano accompagnati dall’abilità delle mani, difficilmente potevano tradursi in espressione d’arte visiva. Pensiero e azione costituivano un unico gesto creativo. Così è per Nieli ancora oggi. Le sue opere, anche quelle legate all’esperienza artigianale, sono il risultato di una ricerca poetica che basandosi sulla perizia tecnica, sulla qualità del fare manuale, cerca nell’espressione artistica la lievitazione poetica.
Nel colore come nel segno, nell’elemeto plastico come nel decoro fiorito, la sua vena artistica non ha cedimenti. Anzi può dirsi che, mentre si avvia verso l’età della saggezza, le sue sculture diventano più scattanti e dinamiche, parimenti dicasi per il colore che assume vivacità e vibrazioni del tutto nuove. A ben guardare, negli ultimi lavori, non si può mancare di rilevare che la rinnovata espressione giovanile di Nieli ora si accompagna all’esercizio sicuro, all’esperienza consolidata di un saggio maestro.
Il colore deciso e il segno graffiante dicono quanta parte della lezione espressionista egli abbia appreso e rielaborato l’artista. Il tutto non per distruggere l’immagine ma per ricomporre gli equilibri, per ristabilire quei valori armonici che sono alla base di ogni esperienza creativa. Moderno nel linguaggio dunque, ma antico saggio nella tecnica e nella ricerca formale: questo è Nieli.
Siracusa 12 Aprile 2006