Il mondo verghiano nelle tele di Enzo Nieli
Di Giuseppe Pelligra Maltese


Nieli è poco più che trentenne e già è abbastanza noto per le sue sperimentazioni e ricerche in pittura e per i suoi interventi sul legno da cui riesce a cavare personaggi o documentazioni di netta ispirazione religiosa o sociale come nel nostro caso. Proseguendo nell'analisi portata avanti con la lingua realista, mediata da altre esperienze, ama rivolgersi al mondo di ieri e di oggi cogliendo le contraddizioni tra vecchi e nuovi modelli di vita e di cultura, tema, tutto ciò, di mostre felicemente presentate da una decennio a questa parte.

Ora l'idea di dialogare col Verga: "Mi sono ispirato a Verga" dice Nieli "nel desiderio che la mia opera racconti una storia, diventi una storia". Prima di intraprendere un ciclo desidera saperne il più possibile e ciò per andare quanto più vicino all'ambiente e alle figure; di poi passa ad analizzare i dettagli e a scomporre la densità della descrizione, per meglio leggerne e coglierne le sfumature nascoste sotto il velo dell'impatto visivo o lessicale con la conseguenza che il suo viene ad essere un modo nuovo di fare scultura e rilievo. I personaggi e i volti sono "tagliati" senza alcuna precisa connotazione ma con la netta indicazione del loro essere nella società con le evidenti tracce che il tempo e le sofferenze lasciano sui volto; inventando una geografia della cultura e delle tradizioni, analizza le persone, i loro atteggiamenti e i loro mezzi di lavoro e quindi i segni del lavoro medesimo nelle deformazioni o nelle strutturazioni dei gesti e costruisce rilievi carichi di senso nel volto scandagliato. Lavori quindi che partono ora dalla pagina ora dal palcoscenico della vita sempre tesi a trascrivere l'originale sulla concretezza del legno ed uniti dall'afflato artistico guidato non solo dalla dialettica dei colpi sapienti ma principalmente dalla maturità e dalla profonda umanità di questo giovane narratore incline per vocazione a immettere nelle trame della sua arte i fili inequivocabili dei valori in cui crede.

Ricorrendo alla tarsia e all'intaglio, quando la golosità del tema lo consente, invade tutto quanto il corpo del pannello con equilibrata sobrietà gareggiando sovente con le sottili ragnature del legno come in questo suo dialogo coi "vinti" del Verga; I Malavoglia. A tal proposito va precisato che Nieli non perviene casualmente a certi risultati, ma essi sono il frutto di una maturazione artistica progressivamente acquisita; autonomo rispetto a scuole o movimenti, non ama sovrapporsi ai fatti che racconta ma si limita a renderli stilisticamente omogenei e poetici. E questa ispirazione lo ha sorretto anche negli ultimi lavori, le sculture sul mito e sulle tradizioni che nel fascino antico ci ricordano i grandi del Rinascimento.