
Il mondo di Enzo Nieli
Di Oscar Spadola
Talvolta lirico ma profondamente introspettivo, l'uomo e il mondo, per Nieli, non sono solo oggetto di studio ma soprattutto passione. Le figure emblemano una spieiata assurda condizione umana; i suoi paesaggi (tra le più stimolanti illusive visioni) vaticinano apocalittiche allucinanti atmosfere. La materia da lui aggredita ci aggredisce: aggressive le associazioni ammassale di immagini; aggressivo il colore liquido, incandescente, corroso, materia bruta, isolato, bruciato, essiccato, non steso, ma gettato anch'esso in funzione primordiale, come alle origini, ancora vivo.
Tecnica, colori, visioni da ipnosi... tutto contribuisce con malcelata nudità a manifestare una personalità dalle molteplici dure esperienze, dalla fertile intellettiva essenzialità formale...
Opere cupe, ossessive, metalliche, iridate, cangianti, non modulate, queste strane percezioni inquietanti, questo carattere costruttivo materito, questo cromatismo sempre più essenziale... quale il senso di questa allarmante sospensione contenutistica? Quali approdi ci indicano? Quali prospettive ci annunziano? Quali profezie ci rivelano? Quali speranze ci recano? Quali i valori della vita? Luci soffuse di soli artificiali vuoti od esplosi su trascoloranti cieli metallici carichi di denso significate, illuminano assurdi ambienti deserti dalle immancabili rovine scarnificale, gli avelli della natura e gli avelli degli uomini... necropoli, catacombe, grotte, vulcani, alberi stecchiti, vicoli vuoti, case abbandonale, detriti di roccia... impronte calcinate degli uomini, del tempo, del passato, della distruzione: II non più... Gli emblemi del sangue, immagini dell'ira, nei paesaggi cosmici, transumanti futuri presagi di un mondo che costruiamo e trasformiamo. Le sue opere, un occhio apocalittico che buca con acume nuove genesi di mondi, i bagliori nei cieli, la caduta delle stelle, l'incubo di lune spente, il vomito ribelle della natura lorda di putrido fango, martoriata, violentata, purulenta di scoli sulfurei. Mondo come una meteora sotto un cielo di morte, teatro di una nuova Era, culla o avello di un novello Adamo.
Magia? Altre dimensioni? Albe di terrore o l'utero per un nuovo antropoide? ...Credo, che Nieli abbia scandagliato sino al limite dell'umano... un isolalo, un tormentatissimo, un desolato, così proietta l'incandescenza della propria anima... con sofferta penetrazione percepisce una verità che non è realtà, possessa un mondo che non è questo mondo, come il giorno del Giudizio, come il «Dies Irae», come il tormento di un corpo in fin di vita, tutto brucia tra impossibili atmosfere stagnanti, sotto ferrei spazi incandescenti, luminescenti e lucidi, come mura a noi negate... rovine come tizzoni, come arti spezzati, come mostri informi impenetrabili, come ancestrali bibliche distruzioni che evocano un mondo alle origini dove passato, presente e futuro coesistono, satanicamente esistono, dove Sodoma e Gomorra coitano irridenti, e con ineluttabile bestialità, con passate e con novelle Hiroscima. Eppure questi infernali Sabba selvaggi della materia grondanti umanità denunziano disperati momenti di sé medesimo, sono atti di fede alla ricerca di Dio, che non si trasfigura forse in un ambiente mosso dal vento impetuoso che avvolge ulivi e rocce? E non si innalza forse, in un paesaggio sconvolto fino a fondersi con la natura in un eruttante uragano di divinità? All'alba dell'atomica la nostra e la sua giovinezza è stata segnata da un succedersi di guerre e di stragi, di «lager» e di vergognose umiliazioni.
Quali garanzie di sopravvivenza in una vita ove tutto si corrompe, in un mondo abbandonato a tutte le maledizioni? Se Goya e Bosch manifestano le radici animali dell'uomo, Nieli, nella astratta architettura delle sue opere per mezzo delle quali ricostruisce nella realtà le sue orribili fantasie, nel figurare la tragedia della terra traduce un disperante ripetuto messaggio di pace in un mondo che non ha pace... passato, ansie, guerre e ideali di mille generazioni è divenuto, in lui linea, e divenuta forma; la sensazione, colore violento, protesta; l'inquietudine si è travasata in dolore. L'inquietudine, tema fondamentale, comune denominatore delle sue opere. L'impressione di inquietudine non e però data dai soli soggetti... nel suo modo personalissimo di dipingere, tecnica e soggetto coincidono... l'uomo. il mondo e Dio sono il certo tormento della sua esistenza... il lavoro abnorme, l'evoluzione di esperienze appassionanti testimoniano lo sforzo per piccare la materia alle proprie esigenze; negano ogni divismo artificioso per affermare con energia, con vitalità, antiche e future verità. Quale senso il carattere duraturo di realizzazioni dedicale a funzioni collettive? Di là della pittura, ogni suai opera un'apparizione emergente dal buio, provvista di luce propria, luce clic accende un tempo fermo all'infinito, Luce che dissolve il pauroso buio dell'Orrido dalle profondità insondate... e olii lo abita vuole l'olocausto della vita del pittore per rivelarsi...
Nieli non o un eroe fallito, non e un essere che è fuggito dalla bellezza del mondo... egli ha paura delle ombre della sera. Quando scema la luce la piovra invisibile morde, morde, e morde... egli non ha chiuso gli occhi per non vedersi riflesso in questo specchio della notte, ed il suo spirito si tuffa nell'irreale, si fonde in quel presente inatteso (il tempo corre veloce... e può spegnere il sogno che vuole fermare, come una bestia affamata di demoni oscuri per sentirsi sollevare da un peso che lo turba, affinché la calma discenda nel suo spirito tormentato)... Chi ha composto queste opere ha certamente trovato, in quei momenti inebrianti e tirannici, l'essenza della vita stessa ed ha raggiunto, traverso un tormento intimo e profondo, la ragione dell'essere. La sua anima ha plasmato l'opera, ha riversato in essa l'impeto della sua passione creativa, spirituale, vera. L’arte è soprattutto comunicazione...
Dalla rivista Il Focolare
Ragusa 8-22 Gennaio 1976